Il soul collettivo di Ainé al Festival delle Cose Belle

Ainé è cantautore, produtto e professore di musica in diversi licei. Lo abbiamo incontrato in vista del prossimo Ferragosto in cui sarà protagonista del Festival delle Cose Belle di AWARE.

Voce soul, ritmi densi e un flow r’n’b che trova nell’incontro con sonorità elettroniche la chiave per raccontare di un presente eternamente sospeso.

Ainé, all’anagrafe Arnaldo Santoro, è uno sguardo fresco sul passato; un cantante e performer che ha scelto di rompere le barriere del mainstream per trovare la propria anima tra suoni fuori dal tempo, lontani dall’onda dell’hype.

Sarà ospite del nostro Festival delle Cose Belle nella serata di Ferragosto al Centro Panta Rei di Passignano sul Trasimeno (PG) e lo abbiamo incontrato per farci raccontare di più della sua storia artistica, della sua doppia vita da artista e prof, e del percorso umano che lo ha portato a dare vita nel 2021 a un album collettivo come Alchimia.

Non vediamo l’ora di assaporare tutto questo dal palco principale del FDCB22. Insieme.

Arnaldo Santoro in arte Ainé.

Arnaldo, nel 2021 è uscito il tuo ultimo EP “Alchimia”, un viaggio intenso tra sonorità soul, hip hop e venature elettroniche. Questo album arriva dopo quattro anni dall’ultimo lavoro, “Niente di me” del 2017 (grave errore, ndr), e due anni di pandemia. Artisticamente e umanamente cosa ti ha lasciato questo periodo di silenzio?

Ciao, in realtà “Niente di me” è uscito nel 2019, comunque in questi due anni sono cambiato tanto, ho riflettuto su cosa volessi fare, essere e diventare, ho dovuto tirare il freno a mano scendere dalla macchina andare a farmi una bella passeggiata nei boschi e prendere un po’ di tempo per me, per pensare, per soffrire, per cadere, risalire, scrivere Alchimia e dedicarmi anche ad altre cose rispetto al lavoro e alla musica, stavo perdendo il punto, ho fatto tanto lavoro terapeutico su me stesso per riprendere in mano la mia vita, il mio lavoro, l’amore, gli amici e la famiglia.

Con Alchimia ho definito una linea netta tra passato presente e futuro, ed è per questo che ad oggi probabilmente è il mio lavoro preferito e quello che più mi rappresenta perchè mi rivedo e ritrovo in ogni parola, in ogni traccia, e ricordo ogni singolo momento di quell’Ep, lo dico sempre, questo Ep mi ha salvato, tanto che mi sono appeso il vinile dentro casa.

Scusami per l’errore madornale sulla data dell’album! Tornando ad Alchimia: l’album è denso di collaborazioni con artisti del calibro di Clementino e Davide Shorty. Cosa ti ha spinto ad allargare gli orizzonti del tuo lavoro rendendolo a tratti “collettivo”? Che valore aggiunto riceve l’album da questa contaminazione artistica?

Stare a contatto con gli altri ti porta ad imparare sempre di più, ti fa crescere, ti fa migliorare, sia artisticamente che come essere umano, serve tantissimo a mio avviso.

Facendo squadra si è più forti, per me la musica è contaminazione e condivisione, ed è per questo che la parola “collettivo” mi piace molto, ed Alchimia è stato proprio questo, tante belle anime e menti chiuse in un Ep.

Il tuo percorso d’artista nasce tra corsi di musica oltreoceano e uno studio accademico del suono. Soprattutto nella scena musicale contemporanea, spesso si descrive il processo creativo come un flusso istintivo fatto di sentimento e attimo da cogliere. Sei d’accordo con questa visione? Come influisce la tua formazione musicale sul tuo processo creativo?

È fondamentale, coltivare i talenti, studiare, fare practice, soprattutto in musica, non si smette mai di imparare e migliorare, e se non si studia o non ci si applica la maggior parte delle volte ti porta a peggiorare, se non gli dedichi anima mente corpo dedizione disciplina non ti ripaga come dovrebbe, se dai tutto alla fine qualcosa ti torna indietro, se hai rispetto della musica lei lo avrà con te, ma questo vale per tutte le arti e discipline, ho studiato molto e preso molti traguardi negli studi durante il mio percorso musicale, prima la borsa di studio vinta per il Berklee College of music di Boston, le tante collaborazioni,se hai  un grande talento, e sopra aggiungi studio dedizione, sacrifici, coltivandolo al massimo, spiccherai di più degli altri, è scientifico, e noi puntiamo a quello, a spiccare sempre di più, ed questo quello che insegno anche ai miei ragazzi.

Altra particolarità: otre a fare musica la insegni in varie scuole e istituti internazionali. Non so quanti artisti vivono questa duplice realtà. Quanto e cosa del tuo lavoro come insegnante finisce nella musica che componi?

Appunto, oggi tra le tante cose insegno e porto i miei corsi ai ragazzi, al Saint Louis College of Music, in Officina Pasolini, in Accademia, e durante i miei corsi online, tengo particolarmente che i ragazzi di oggi e domani diano il giusto valore e importanza allo studio della musica,che è infinito, dal’iniziare a  saper suonare bene uno strumento, a scrivere belle canzoni, a usare in maniera corretta la propria voce.

Cerco di scindere le due cose tra insegnamento e la mia musica e me come artista Ainé, ovviamente  i ragazzi vengono ai miei corsi vengono perché sono miei fan o conoscono la mia musica, quindi è inevitabile, ma tendo sempre a scindere, ed è per questo che non parlo mai delle mie canzoni ai ragazzi o non faccio mai portare loro le mie canzoni proprio perché voglio scindere le due cose, piuttosto gli racconto le mie esperienze e point of vew.

La tua musica è un mix di influenze diverse che spaziano dal jazz al r’n’b e abbracciano soul e hip hop. Tutti generi che costituiscono l’ossatura di una fetta enorme della musica moderna ed eppure negli ultimi anni sembrano essere schiacciati dal dominio di autotune e sonorità elettroniche. Come ti senti nell’attuale scena musicale? Trovi che c’è ancora spazio per sonorità complesse come le tue che pescano in una storia spesso sconosciuta ai millennials?

Non mi interessa sinceramente, cerco di pensarci sempre meno a queste cose, prima ci pensavo molto di più,e mi rovinavo le giornate, il fegato, e mi deconcentravo dal focus e dall’obbiettivo, oggi faccio musica senza troppe fisime o pare, senza pensarci troppo,mi piace fare la musica che piace a me, che sento, e come voglio io, il resto non conta, il dominio da parte di altri generi ed altri artisti i c’è sempre stato e sempre ci sarà,l’importante è saperci convivere con questi meccanismi che personalmente odio sempre di più ma che vuoi o non vuoi dobbiamo farne parte, l’importante è fare il tuo, fatto bene, e al massimo, e musica fatta bene, poi il resto viene da se.

Oggi il soul e l’r&b in Italia sta sempre di più prendendo piede e ne sono super felice, anche tra i ragazzi, perchè quando io ho iniziato quasi 8 anni fa davvero pochissimi o quasi nessuno faceva o ascoltava un tipo di soul in Italia, si contavano su una mano (forse) oggi ci sono molti più artisti in Italia che fanno questo genere in Italia, anzi è quasi di moda adesso, guarda le playlist di Spotify “Anima r&B” e tante altre, tra l’altro scorsa settimana siamo stati in copertina con Ethan con il nostro ultimo brano “Paura” è stato una figata.

Nella serata di Ferragosto sarai protagonista del Festival delle Cose Belle dal palco principale di Panta Rei. In apertura suoneranno artiste emergenti con un enorme potenziale creativo come Le Nora ed Emma Grace. Da artista e insegnante che lavora costantemente con giovani, che consigli daresti a chi sta iniziando la propria carriera nel mondo della musica?

Di leggersi le risposte 3 e 4 😉

Il nostro festival è un evento dal basso, indipendente, frutto di un lavoro di tante persone appassionate di arti, cultura e una idea controcorrente di socialità. Ti è già capitato di suonare in eventi di questo tipo?

Certamente, e menomale che ci sono anche queste realtà nel mezzo, in Italia ormai non esistono quasi più queste realtà le categorie nel mezzo, più piccoline, ormai o bianco o nero, o posti enormi o niente, o non riempi palazzetti o non sei nessuno, e non è cosi, non è giusto, è sbagliato e non è sano da insegnare ai musicisti e artisti di domani, la musica ha tante sfaccettature cosi come il pubblico, i generi musicali, i luoghi in cui suonare, le capienze, bisognerebbe avere più rispetto e dare più valore agli artisti e le realtà che vivono nel mezzo.

Noi non vediamo l’ora di vederti dal vivo tra i faggi di Passignano. Cosa possiamo aspettarci dalla tua performance? Un tuffo lento nelle composizioni degli ultimi anni o un set ballerino con un occhio di riguardo all’ultimo album?

Porterò tutto Alchimia ripercorrendo anche qualche brano del mio primo album Generation One, mi accompagnerò al pianoforte, poi ci sarà con me anche Lorenzo Ciccola che manderà qualche strumentale per farci ballare un po’.

Non vediamo l’ora di vivere tutto questo insieme. A tra poco!

Non perderti nemmeno una briciola di bellezza resistente.