MANIFESTO

chi sentiamo di essere

AWARE è il riflesso della società che vorremmo vivere ogni giorno. Inclusiva, orizzontale, empatica.

Siamo uno spazio di mescolanza, sovrapposizione, confronto e iniziativa collettiva.

Una Babele in cui vedere apparentati i suoni disarmonici delle nostre radici diverse ed eppure perfettamente contigue.

I limiti di questa visione sono rappresentati dalla sua stessa sconfinatezza: qualsiasi voce che rispetta la diversità delle altre è benvenuta nella nostra Tribù.

Le parole che gridano alla chiusura, alla distanza, alla esclusione, rappresentano le barriere di cristallo che vogliamo buttare giù attraverso il coro scombinato delle nostre voci straniere ed eppure visceralmente figlie di un’unica terra.

La tua parola può essere la prossima a raccontare la nostra anima sparsa in milioni d’altre.

Le sillabe che abbiamo scelto per iniziare a descrivere la nostra realtà sono quelle in cui vogliamo ritrovarci tuttə insieme. Eccole.

Proporre, non imporre.

Non crediamo nella gerarchia e nel merito, vogliamo de-costruire un sistema per cui non tuttə hanno gli stessi diritti, ma c’è chi per privilegio ne ottiene di più controllando e sovrastando chi gli stessi privilegi non li ha.

Vogliamo creare un esempio di organizzazione completamente orizzontale, in cui tutte le voci al suo interno vengano ascoltate allo stesso modo, in cui tutte le proposte vengano valutate e in cui ci si senta liberə di dissentire.

Negli eventi:

chiunque può proporre un’attività o iniziativa che viene ascoltata e, se in linea con i valori non discriminanti del collettivo, viene supportata. Negli stessi eventi cerchiamo di creare delle dinamiche di autogestione dei vari gruppi di lavoro.

Nel magazine:

non abbiamo una redazione chiusa, chiunque può inviare proposte di articolo. Le proposte di articoli vengono poi sistemati seguendo il tono di voce del magazine e, sempre se in linea con i valori non discriminanti del collettivo, pubblicati.

Nel collettivo:

non c’è gerarchia, chiunque può farsi portavoce del gruppo e tutte le proposte vengono ascoltate e valutate. Le decisioni all’interno del collettivo vengono prese per consenso: non si procede con la realizzazione di una proposta se non tuttə sono d’accordo. Questo ci dà anche l’occasione di creare uno spazio di ascolto e di valutazione di diversi punti di vista. Inoltre, proponiamo un modello di divisione degli utili ottenuti tramite gli eventi basato non sulla meritocrazia ma sulla necessità di ogni membro del collettivo. Non conta quanto e come si è lavorato ma quanto è forte il bisogno di supporto in quel frangente.

Mescolare, non isolare.

Desideriamo mettere in pratica un continuo esercizio attivo di responsabilità e solidarietà: ci allontaniamo dallo stile di vita predominante sempre più individualista per impegnarci nell’ascolto, comprensione e rispetto dell’altrə.

Vogliamo formare una comunità in cui la convivenza, con solidarietà e supporto reciproco, diventa il contesto in cui prendersi cura insieme di sé e dell’ambiente circostante, umano e naturale, scelto come casa.

Negli eventi:

fisiologicamente ci e vi portiamo a vivere e condividere gli spazi e le persone, con diverse anime, esperienze, caratteri, senza tralasciare il rispetto e la tutela del luogo che ci ospita.

Nel magazine:

pubblicando storie che possano ispirare un continuo allenamento di responsabilità e solidarietà.

Nel collettivo:

ad ogni incontro, fisico o virtuale, ci apriamo alle proposte di ogni membro e diamo ad ognunə la possibilità di rappresentare un piccolo ingranaggio, con la certezza di poter essere aiutatə e compresə nella difficoltà.

Sentire, non giudicare.

Di fronte a un contesto sociale che ci sta abituando alla distanza, AWARE riscopre la necessità di affiancarsi a lotte, esperienze, sensazioni e bisogni, senza sovrapporre il proprio vissuto a quello altrui, ma riscoprendo la possibilità di avvicinare le emozioni provenienti da storie diverse.

Vogliamo aprire spazi di ascolto libero in cui l’abbraccio è lo strumento attraverso cui sentirsi reciprocamente accoltə compresə.

Negli eventi:

promuoviamo attività che hanno lo spirito e la capacità di creare relazioni senza sovrastrutture tra persone provenienti da contesti diversi, generando così una comunità in cui a ognunə viene data la possibilità di connettersi all’altrə, senza imposizione.

Nel magazine:

diamo spazio a storie con uno sguardo dal basso, privilegiando gli occhi di chi è o è statə direttamente coinvoltə dal racconto, dalla notizia, dalla lotta.

Nel collettivo:

attraverso gli incontri, cerchiamo nel divertimento e nell’ascolto attivo le chiavi per costruire la visione a cui sentiamo di appartenere.

Ribellarsi, non conformarsi.

Vogliamo farci portavoce di una rivoluzione culturale che affonda le radici nell’inclusione e nell’apertura orizzontale alla diversità. Coscienti che le distanze e le chiusure della società che abitiamo provengono da una visione culturale destinata all’implosione, proponiamo l’alternativa di una discussione condivisa e plurale, sviluppando una fitta rete di umanità e collaborazione tra associazioni, realtà sociali e movimenti culturali.

Negli eventi:

progettiamo spazi di confronto su tematiche legate alla cultura, arte e socialità creativa, e offriamo campo libero alla condivisione di prospettive culturali laterali, spesso distanti dalla direttrice di massa, senza perdere di vista il fuoco dell’inclusione consapevole.

Nel magazine:

raccontiamo le storie dal basso di quantə lavorano, sudano e lottano per proporre un nuovo modello di arte e cultura fondate sull’accoglienza e il contrasto alle disuguaglianze.

Nel collettivo:

organizziamo incontri di riflessione e confronto tra i membri del collettivo, in cui ci stimoliamo a vicenda e ci interroghiamo sui fondamenti culturali che sono alla base delle nostre visioni e delle scelte che prendiamo come singolə e gruppo.

Unire, non subire.

Vogliamo superare le logiche individualiste e i modelli chiusi che oggi permeano la nostra società, proponendo e sviluppando alternative concrete. Nell’attuale situazione politica, economica e sociale, questa trasformazione per noi assume inevitabilmente il carattere di lotta che vogliamo rappresentare in maniera non-violenta, ma gridata.

Negli eventi:

cerchiamo di dare visibilità e supporto, anche economico, a realtà che ogni giorno lottano per abbattere i muri dell’indifferenza e promuoviamo momenti di confronto su proposte politiche volte al cambiamento sociale.

Nel magazine:

diamo voce a storie di lotta per i valori che condividiamo e il contrasto alle disuguaglianze.

Nel collettivo:

aspiriamo a promuovere attività di resistenza civile e sociale per diminuire disuguaglianze e marginalità.

DESIREE MEMME

Appassionata di studi di genere e queer, diritti civili e comunicazione, si avvicina al femminismo intersezionale e comprende lo slogan sentito tanto tempo prima “il personale è politico”. Sfacciatamente nerd e divoratrice insaziabile di libri, scrive anche di Serie TV e teatro.

Dopo qualche anno nella luce patinata degli studi legali, ripiega l’abito in armadio per dedicarsi alla difesa dei diritti di chi non ne ha in Sud America e Centro Africa. Attivista e sognatore, chitarrista da falò, è un fan svergognato delle pizze rustiche vegan e dei murales nascosti nelle periferie delle città.

Cadica

Dopo aver passato anni in giro per il mondo e poi chiuso a chiave dentro ad un “cassetto”, si è aggrappato all’arte come ci si aggrappa ad una zattera in mezzo ad un oceano in tempesta. Il viaggio di ritorno è appena cominciato.

Studentessa di graphic design a Milano, si sente di appartenere a Genova da quando l’ha lasciata. I paesaggi romantici-e-punk e i vicoli trasandati ma ricchi di storie sono il suo biglietto da visita. Non è brava con le abitudini e la routine: quando passa troppo tempo ferma deve partire per inseguire concerti, amori, nuove visioni.

Artista ed antropologa italo-statunitense, crede che l’arte – quando è creata nel mondo e per il mondo – possa trasformare la realtà. Idealista e sognatrice, realizza opere d’arte visiva, performativa e relazionale che tentano di risolvere le criticità del nostro tempo.

Chitarrista e cantante autodidatta, appassionato di musica, attualmente vive a Genova, dove lavora come sviluppatore e consulente IT. Nel tempo libero si attorciglia alla ricerca del prossimo viaggio, della focaccia più buona e del senso della vita.

In costante tendenza verso l’apertura.
Studia lingue ma capisce presto che quello che la affascina è la loro capacità di raccontare e far incontrare. Ora si occupa di comunicazione di quel che le sta a cuore. Crede nel tempo lento, ma si ritrova sempre nella velocità. Ama camminare riempiendosi gli occhi. Inciampa spesso.

Si occupa di sicurezza sul lavoro e ambiente, organizza eventi da sempre, prima con gli amici, poi passa alle associazioni, nel frattempo coltiva la passione per la musica e suona il basso in diversi progetti. Ama le cose concrete e coerenti, per sopravvivere punta su una mirabolante flessibilità.

Ha studiato drammaturgia a Londra e poi è tornata in Italia, perché aveva troppa nostalgia. Scrive le mattine, insegna inglese ai bambini il pomeriggio, nelle pause cammina in montagna e prova a documentarsi e a fare qualcosa per la crisi climatica. Ha spesso l’ansia, e per tante cose diverse, per questo ha scrive un blog apposta, pandipanico.

Matematico e artista indipendente di Frosinone. È uno dei curatori delle proposte musicali di Aware, oltre che il cantautore del progetto alternative “mellifrugo”.

Non fissa quadri pretendendo di conoscerne lo stile di pittura, ritiene ‘arte’ l’energia vitale che scaturisce dalle più varie espressioni umane. Ci prova anche lui, ogni tanto, a produrre arte ma perlopiù cerca di condividerla scrivendo e raccontando ogni virgola che rende la vita bellezza.

Studentessa di management turistico, lavorando a contatto con la realtà musicale milanese capisce che la musica è la sua linfa vitale. Ama il contatto diretto con qualsiasi tipo di ambientazione naturale; adora la frutta estiva; spera che l’umanità si renda conto di essere in dovere verso il pianeta, lasciandolo un posto migliore di come lo ha trovato. 

Studentessa di moda con una laurea in pubblicità e appassionata di sostenibilità, femminismo, media e design. Nel tempo libero coltiva vari interessi, tra cui la grafica, l’ux design, la cucina e il giardinaggio.

Appassionata di scrittura creativa fin dall’infanzia, cerca ispirazione fuggendo tra montagne e boschi, dove alimenta la sua anima creativa e attenta alla sostenibilità.

Per esteso Maria Cristina, tutti la conoscono come Tina. Front-girl del gruppo ‘Hate Moss’, è anche co-fondatrice di ‘Stock-a Production’ collettivo nato per aiutare artisti emergenti a trovare spazio nel panorama della musica internazionale attraverso distribuzione digitale e booking. Sui canali di Aware cura le Stock-a Chat, rubrica di interviste con artisti e professionisti internazionali.




Non perderti nemmeno una briciola di bellezza resistente.