Il “Wüñol Tripantü” dei Mapuche e i motivi per cui difenderlo

La festività del "We Tripantü" e la lotta Mapuche per la difesa del loro territorio si intrecciano in un grido di libertà e rigenerazione.

La rigenerazione Mapuche

“Facciamo parte di un tutto. Siamo parte della natura, interconnessi con le sue forze e con i suoi spiriti, in questa terra che ci permette di esistere e di cui, oggi più che mai, dobbiamo prenderci cura”.

Un nuovo ciclo ha inizio in questa parte dell’emisfero sud, dove numerose famiglie si riuniscono per accompagnare il rinnovamento delle energie e delle forze della natura secondo le loro tradizioni culturali, religiose e spirituali. In questa parte del pianeta, il Popolo Mapuche celebra tradizionalmente il We Tripantu o Wiñoy Tripantu.

Kümey Monguen, Kümey We Tripantü!    

“Buon Vivere e un Buon Nuovo Ciclo”: Il messaggio che risuona ovunque. Poco a poco questo nuovo ciclo si rinnova e l’invito è quello di considerare questi momenti per entrare in sintonia con gli elementi della natura, con le forze vive della terra.

Ogni popolo ha diritto al recupero delle proprie tradizioni, a rivitalizzarle, a condividere le proprie credenze con chiunque voglia riceverle e rispettarle, lontano dalla folklorizzazione e dai parametri neocoloniali che a volte si vedono in queste occasioni.

Questo nuovo ciclo è considerato come un’opportunità per riaffermare e ri-energizzare l’esistenza in questi territori, con rispetto, umiltà, alla ricerca dei saperi, dell’onestà, della forza, con consapevolezza e con distacco; lasciando da parte l’arroganza, l’ego, l’individualismo e tutti quegli elementi negativi che alterano la nostra convivenza con l’ambiente che ci circonda.È un’opportunità per seguire il cammino sotto la guida dell’Az Mapu, il sistema normativo del Popolo Mapuche.

Alfredo Seguel

Mapuche - bandiera
La bandiera del popolo Mapuche

Wvñol Xipantv

Nella cultura Mapuche si dice che la terra riposa in autunno e che viene purificata dalle piogge invernali. Dopo le piogge, il sole favorisce i primi germogli e i primi fiori, nascono gli animali, arriva la primavera e la terra continua il suo ciclo naturale verso l’estate, l’autunno, per poi ricominciare nell’inverno successivo.

Questa celebrazione racchiude la cosmogonia, la visione del mondo e i valori dei popoli, ed è caratterizzata da:

a) L’unicità del mondo e dell’universo: gli esseri umani sono una parte dell’universo, tutto ciò che esiste costituisce l’universo.
b) Il senso di appartenenza dell’essere umano ad una collettività, composta da uomini e donne che si complementano. La complementazione dell’uomo con la donna, i vivi come gli antenati, della natura con gli esseri che la abitano, del terreno con lo spirituale, ognuno è parte di un tutto e dipende dall’altro.
c) Il senso di reciprocità delle relazioni umane, tra persone e con la natura; non solo ricevere, ma anche dare e ringraziare;
d) Il senso ciclico del tempo. L’anno ricomincia, la natura ricomincia; la vita è un costante rinnovamento.
e) La connessione tra il mondo visibile e quello spirituale. Non esiste un confine tra il reale e l’immaginario, tra la manifestazione della materia e dell’anima; una profonda pratica spirituale su cui si basa il pensiero indigeno. L’appartenenza dell’essere umano ad un tutto, conduce alla nozione di armonia tra l’uomo e il mondo, all’equilibrio tra le forze naturali e alla possibilità di ascoltare la Madre Terra, ad uno stato di pace e di contemplazione. Questo modo di vivere è così profondo che ci rimette ad un mondo in continuo movimento e con contanti connessioni tra tutti gli elementi che lo abitano (materiali o spirituali).

Detto questo, è molto importante chiarire il nome della festività. Si chiama Wüñol Tripantü (Wvñol Xipantv, Wvñoy Xipantv), con il verbo wüño– ‘ritorno’, e non We Tripantü; quest’ultimo è un calco semantico del concetto di ‘anno nuovo’, proveniente dalla cultura non Mapuche. Esiste una profonda differenza tra i concetti: Wüñol Tripantü, “ritorno dell’anno”, corrisponde al riavviarsi di un ciclo, mentre We Tripantü implica una concezione di tempo lineare, in cui un nuovo anno se ne lascia alle spalle uno vecchio, che se ne va e non ritorna.

Il tempo indigeno è ciclico, non lineare. Il cambio di nome non è una semplice coincidenza, ma il prodotto di un fenomeno noto come acculturazione linguistica, in cui la lingua dominante modifica la morfologia, la sintassi e i contenuti semantici della lingua dominata; in questo caso vengono cambiati il contenuto e il nome della celebrazione.
Il recupero ufficiale del Wüñol Tripantü avviene nel 1985, quando un gruppo di giovani membri del Laboratorio di Teatro Mapuche dell’AD-MAPU, impegnati nell’investigazione e nella diffusione della loro cultura, manifestarono il loro disagio nel sapere il motivo delle celebrazioni del 24 giugno. Indagarono e arrivarono alla radice della memoria, quando un kimche (‘saggio’) gli spiegò la vera ragione di questa festività; quella non era la festa di San Giovanni, ma il Wüñol Tripantü. L’anziano inoltre contestualizzò il fatto nel calendario agricolo Mapuche, nella cosmovisione del popolo e nella sua storia; la sua chiarezza ha permesso di collegare tutte le storie raccolte dal gruppo e da lì, il grido Marichi Wew (‘Cento volte vinceremo!’) si diffuse di nuovo in tutto il Wallmapu (nome dato al territorio ancestrale Mapuche) annunciando il Wüñol Tripantü, che oggi continua a diffondersi nel Chilemapu (territorio chileno) oltre ad esse storicamente celebrato dai popoli Aymara , Quechua e Lickan Antay.

Oggi, il passaggio della cerimonia del Wüñol Tripantü dal privato e familiare al pubblico, ha contribuito a rafforzare la cultura Mapuche negli spazi pubblici, ha permesso che il 24 giugno fosse dichiarato Giornata Nazionale dei Popoli Indigeni (1998). L’attività si svolge anche al di fuori delle comunità, nelle scuole, nelle città, nelle università, nei parchi, nelle organizzazioni; e, cosa più importante, ha permesso di far emergere la loro cultura come una realtà del presente e non come un folklore da museo o come una pratica appartenente al passato.

L’evento è molto importante per i popoli indigeni, ma lo è anche per mostrare la diversità culturale esistente nel paese, per promuovere il valore delle radici, dell’eredità degli antenati. Ci ricorda la nostra origine spirituale, il nostro rapporto con la Madre Terra. Se c’è qualcosa che le culture indigene hanno, oltre alla loro tradizione di lotta, le loro lingue e le loro culture, è la spiritualità, linguaggio della sacralità, della terra, che alimenta la loro storia, il loro presente e futuro.

Inoltre, sebbene questa radice sia negata dalla società non indigena, coloro che hanno potuto apprezzarla ne hanno fatto la loro fonte di ispirazione. Possiamo senz’altro affermare che le radici della poesia cilena, quella di Neruda, Mistral, Tellier e di altri, racchiudono in loro la spiritualità, la parola e la memoria delle popolazioni indigene.

La celebrazione del Wüñoy Tripantü rafforza anche il dialogo interculturale tra i popoli e le culture, aumenta il valore della diversità, allarga lo sguardo, dà significato alla convivenza tra individui. Dà valore al modo di vivere dei popoli, non per il suo carattere “esotico” ma per il suo valore estetico e per il suo messaggio di speranza in armonia con la natura. Senza dubbio, celebrare il Wüñol Tripantü rompe il paradigma temporale della cultura non Mapuche, ma non solo; ci mostra un’altra concezione dell’essere umano, quella di un essere collettivo, che appartiene a un tutto, che non è solo, ma fa parte di una rete chiamata mondo, terra, cosmo, unita a tutto ciò che esiste, fisicamente e spiritualmente, in un mondo in costante movimento. Il mondo occidentale e il suo modo di pensare sono in crisi e hanno perso l’equilibrio e il rapporto con la natura e con la propria spiritualità.

Inoltre, la celebrazione di questa festività dimostra che i popoli indigeni non hanno bisogno di opportunità; piuttosto, hanno e richiedono diritti individuali e collettivi, come lingue, territori e strutture organizzative collettive e comunitarie.

Il rinnovamento di un nuovo ciclo è un’opportunità in più per migliorare, migliorarci e sintonizzarci con la Madre Terra.

È un momento in cui rinnoviamo non solo le nostre vite, ma anche l’impegno nei confronti della comunità, della società e della Madre Terra:
– Si rinnova la nostra convinzione per la difesa delle risorse naturali ed energetiche, dell’acqua e della terra;
– Il riconoscimento delle lingue indigene come lingue nazionali e co-ufficiali, insieme allo spagnolo;
Istruzione Bilingue Interculturale per le popolazioni indigene e un’istruzione interculturale per tutti i cileni;
– La lotta per una nuova Costituzione, che riconosca i popoli e i loro diritti collettivi, e per uno Stato plurinazionale, con un nuovo modello di società che accetti molteplici nazionalità, culture, lingue, religioni e forme di spiritualità;
– L’esercizio dei diritti collettivi dei popoli indigeni, come la loro autonomia e autodeterminazione, l’uso dei loro valori, saperi e territori.
– La libertà per i popoli e il rilascio dei prigionieri politici per la causa Mapuche. Specialmente la libertà per le nostre Machi (leader spirituali tradizionali del popolo Mapuche).
– La ricerca di una nuova etica sociale, alternativa a quella del mercato e che non perpetui la devastazione della natura.

KÜME KOMPAPE IÑ WÜÑOL TRIPANTÜ.  MARICHI WEW!

Elisa Loncón

[Testi originali di Alfredo Seguel e Elisa Loncón: territorioancestral.cl]

 

Mapuche 3
Manifesto della “Giornata Internazionalista per i prigionieri politici Mapuche”

 

PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE IN SCIOPERO DELLA FAME DA 64 GIORNI

Sono ogni giorno più preoccupanti le notizie sullo stato di salute dei 9 prigionieri politici Mapuche in sciopero della fame dal 4 Maggio 2020.

Di seguito un testo pubblicato dalla Rete Internazionale in difesa del Popolo Mapuche sul sito https://mapucheit.wordpress.com/, in occasione della Giornata Internazionalista Per I Prigionieri Politici Mapuche.

27 Giugno – Giornata Internazionalista Per I Prigionieri Politici Mapuche

Perché il 27 giugno?
É da 3 anni che ricordiamo questa data in cui è stata perpetrata la detenzione arbitraria del compagno Mapuche FACUNDO HUALA e per denunciare la multinazionale italiana BENETTON che ha occupato e ha usurpato le terre ancestrali della sua comunità Mapuche di Cushamen, di cui FACUNDO è stato sempre in prima linea come Lonko,referente politico, carismatico e ribelle, motivi sufficienti per i poteri giudiziali corrotti e razzisti che lo hanno perseguitato e criminalizzato per essersi opposto a questa intromissione capitalista.
Abbiamo voluto dedicare una giornata internazionalista per la libertà di tutti i prigionieri politici Mapuche che vengono privati della propria libertà per difendere la terra contro il capitale delle multinazionali, dell’imprenditoria e dei ricchi latifondisti che hanno portato solo devastazione, sfruttamento e violenza estrattivista in territorio mapuche.

Una motivazione in più questo anno per abbracciare dalla distanza la Resistenza Mapuche è lo sciopero della fame iniziato il 4 maggio da 9 prigionieri politici mapuche nel carcere di Angol e dal Machi Celestino Cordova nel carcere di Temuco. Crediamo nello sciopero della fame come in una azione concreta di lotta e come l’ultima istanza di quando il proprio corpo è la barricata. Siamo d’accordo con le loro proposte , ripudiamo la persecuzione politica e il confinamento nelle galere; la tortura, la repressione e la spoliazione come mezzi di controllo e punizione per quelli e quelle che lottano.
Le loro domande legittime non sono state, ancora una volta, ascoltate dallo Stato cileno oppressore e razzista:

A. Cambiamento del luogo di sconto della pena e che questo avvenga nella propria ruka (casa) in applicazione della Convenzione 169 OIT.
B. Modifica delle misure di giudizio per tutti i prigionieri politici mapuche e non mapuche. Che questi si possano compiere nelle rispettive comunità o nel proprio domicilio.
C. Modifica delle misure cautelari per tutti i prigionieri politici mapuche e i prigionierx politicx accusati della rivolta sociale (ottobre 2019).

Per il rispetto e l’applicazione della Convenzione 169 nei suoi articoli 9 e 10.
Da anni come Rete internazionale in difesa del popolo Mapuche in Italia sosteniamo fortemente il recupero territoriale della Pu Lof Cushamen contro il processo di accaparramento illegale di terre da parte di BENETTON, che per i nostri e le nostre compagne Mapuche hanno significato tanti e violenti operati da parte della polizia argentina che hanno perpetrato irruzioni, sgomberi, persecuzioni giudiziali, repressione, carcere e morte e che nonostante la violenza statale e poliziesca, il recupero territoriale va avanti con grande autodeterminazione.
Ricordiamo con profondo dolore l’assassinio del compagno Santiago Maldonado e del weichafe Rafael Nahuel, che sono stati uccisi codardamente per mani dei servi dallo Stato in complicità con il sicariato delle multinazionali in questi territori, per essersi alzati con ribellione e coraggio a fianco della lotta del popolo Mapuche in difesa della terra.
Il 27 giugno 2017, il lonko FACUNDO HUALA è stato detenuto nuovamente, la persecuzione politica tra 2 Stati complici delle politiche neoliberiste che favoriscono gli interessi economici delle multinazionali decidono l’estradizione illegale e inconstituzionale che porterà a Facundo dietro le fredde sbarre alla fine del mondo, Cile dove sarà condannato a 9 anni di prigione politica, attualmente nel carcere di Temuco lontano dalla sua famiglia e dalla sua comunità.
Solidarietà anticarceria anche con i /le prigionier* della rivolta cilena che ancora sono oltre 2000 i detenuti/le detenute sequestrati/e del governo fascista di Piñera. Oggi ci troviamo di fronte a una nuova tappa per quanto riguarda la prigione dei compagn* della rivolta, le scadenze per le indagini sono state rispettate e i processi si avvicinano. Alcun* sono già stati condannati con un processo abbreviato, due dei quali a 3 e 4 anni di pena effettiva, cioè dietro le sbarre. Ci sono compagn* a cui viene chiesto di scontare più di vent’anni di carcere, rendendo evidente la punizione esemplare che intendono dare alla protesta sociale, e intanto vediamo come la gente continua a cadere perché si rifiuta di morire passivamente, per la fame, per i virus, per il capitalismo.
Nessuno e nessuna deve essere dimenticat* né abbandonat* nella lotta, per cui chiediamo a voi, ai colletivi e alle realtà con vero spirito anticarcerario e anticapitalista di esprimere un gesto, un messaggio, un azione solidale da manifestare in questa giornata internazionalista per i prigionieri politici Mapuche.
Per la situazione Covid-19, in tanti posti di Europa e del mondo, come nella stessa Italia c’è ancora difficoltà nell’attuare iniziative pubbliche e presidi, ma invitiamo a chi può farlo davanti a un consolato cileno o un negozio Benetton.
Anche un cartello, una foto, un video messaggio,uno striscione, un comunicato saranno un importante gesto di solidarietà con i prigionieri politici Mapuche per rompere il cerchio mediatico e per denunciare che in Cile e in Argentina si incarcerano e si uccidono i Mapuche per lottare.
Potete inviarci la vostra adesione e soprattutto la vostra foto o messaggio con la scritta entro il 27 giugno mettendo la vostra pagina città :

LIBERTÀ PER FACUNDO HUALA E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE!

SANTIAGO E RAFAEL PRESENTE!

FUORI BENETTON DEL TERRITORIO MAPUCHE!

Red Internacional en defensa del Pueblo mapuche.
Milano – Roma – Bari – Padova

https://www.facebook.com/riedpm/?ref=bookmarks

@difesamapuche-owner@inventati.org

“La soluzione politica reale non finisce con la mia liberazione, ma con la restituzione delle terre.
L’espressione di solidarietà non ha a che fare solo con il sostegno ad un settore oppresso. Credo che abbia a che fare anche con il supporto ad una proposta politica che si debba rilanciare come emergente nello scenario geopolitico attuale.
Come oppressi abbiamo il diritto di rivelarci e tutte le forme di lotta sono valide perché la lotta è giusta e degna. Come poveri abbiamo il diritto di smettere di essere poveri, di ribellarci contro tutti questi sfruttatori che ci hanno tenuto sempre nella miseria”.

Facundo Huala, Prigioniero politico mapuche.

LIBERTÀ O MORTE, MAI SCHIAVI!

Mapuche 4
Manifesto Mapuche

 

Testi tradotti dal Team di Traduzione di Aware

Immagine in evidenza: Manifestanti a favore del popolo Mapuche// credits: infoaut.org

Non perderti nemmeno una briciola di bellezza resistente.