La vita di Sarah Parker Remond: tra attivismo antischiavista e medicina

Sarah Parker Remond è stata un'attivista abolizionista e medico che ha esercitato la professione in Italia, divulgando le sue idee di parità.

Moltx credono che il primo medico donna in Italia sia Ernestina Paper; ma prima di lei c’è stata un’altra donna, nera, americana, a fare da pioniera nel campo della medicina. Parliamo di Sarah Parker Remond, attivista per i diritti umani e abolizionista.

Una famiglia di attivisti

Sarah Parker Remond nasce a Salem il 6 giugno 1824, da una famiglia di attivisti afroamericani che si batte per l’abolizione della schiavitù in America. La casa dei Remond era un importante punto di incontro per gli abolizionisti, neri e bianchi, dell’epoca; uno dei suoi fratelli, Charles Lenox Remond, fu il primo conferenziere nero della American Anti-Slavery Society. Influenzata da questo importante background anche Sarah si dedica all’attivismo per i diritti umani, lottando in particolar modo per il suffragio femminile, oltre che per l’abolizione della schiavitù. Crescendo, entra anche lei a far parte della Società Americana contro lo schiavismo e già da giovanissima si dedica alla causa con discorsi pubblici. La sua è un’educazione prevalentemente autodidatta, formata sui numerosi libri presenti in casa e sui giornali delle associazioni antischiaviste.

«Mentre nostra madre non ha mai scusato coloro che perseguitavano ingiustamente coloro il cui unico crimine era la carnagione scura, la sua disciplina ci ha insegnato a raccogliere la forza dalle nostre stesse anime; e abbiamo sentito la piena forza del fatto che essere neri non era un crimine».

Il rifiuto delle scuole

Sarah cresce in un contesto sociale in fermento, che cominciava a chiedere a gran voce la liberazione degli schiavi. Tuttavia le cose non erano semplici. Nonostante Salem fosse una città antischiavista, e i cittadini neri negli stati settentrionali erano liberi, continuavano ad essere osteggiati, bersagli di pregiudizi razziali e abusi. Questo, il più delle volte, aveva ripercussioni nel regolare accesso all’istruzione, come avvenne per Sarah e sua sorella. Dopo una settimana dalla loro ammissione alla Salem High School, a seguito di proteste di cittadini bianchi, il comitato scolastico decide di separare i bambini neri dai bianchi. Un vero e proprio atto di segregazione, che porterà al trasferimento della famiglia Remond nel Rhode Island dove, però, le bambine furono nuovamente rifiutate dalle scuole. Ad accoglierle sarà una scuola privata, fondata da un gruppo di residenti neri della città.

La partenza per l’Inghilterra

Sulla spinta di questi episodi, e incoraggiata dagli amici, Sarah comincia a parlare pubblicamente in giro per gli Stati nord-orientali, non senza problemi. Durante i suoi spostamenti doveva essere ospitata in case private poiché, spesso, si vedeva negato l’alloggio in strutture alberghiere. Nel 1858 parte per l’Inghilterra, invitata a tenere un tour di conferenze per raccontare gli orrori della schiavitù e sensibilizzare il pubblico alla causa abolizionista. Partita con il timore di andare incontro a nuovi pregiudizi, arrivata nel Regno Unito rimane colpita dall’accoglienza inaspettatamente calorosa.

«Sono stata ricevuta qui come una sorella dalle donne bianche per la prima volta nella mia vita. Sono stata sottratta alla degradazione che sovrasta tutte le persone della mia carnagione. Ho ricevuto una simpatia che non mi era mai stata offerta prima».

Tra il 1859 e il 1861, Parker Remond tiene circa 45 conferenze in diciassette città tra Inghilterra, Scozia e Irlanda. Riscuote notevoli consensi e stimola l’interesse della stampa anche oltreoceano. La risonanza mediatica attorno al tema dell’abolizione della schiavitù, però, non piace a tutti e alcuni cercano di interferire con l’attività di Remond. Un burocrate del sud, nella Delegazione Americana, rifiuta il suo visto di viaggio sostenendo che non fosse una cittadina Americana. Il tentativo di boicottaggio, fortunatamente, non va a buon fine: l’allora Segretario di Stato, Lewis Cass, le concede il visto e, in caso di future necessità, tutto l’aiuto e l’appoggio legale necessari.

Nelle sue conferenze non si fa problemi a parlare pubblicamente anche dello sfruttamento sessuale delle donne nere schiavizzate. Così facendo infrange uno dei tabù dell’epoca, senza risparmiare la crudezza della realtà al pubblico bianco; subito Remond si fa portavoce non solo della causa antischiavista, ma anche di quella femminile.

«Sono esposte per la vendita e sottoposte alle indegnità più vergognose. Più sangue anglosassone si mescola al sangue della schiava, più oro viene versato quando il banditore ha una donna in vendita, perché vengono vendute per essere concubine per i bianchi americani».

Tra Londra e Firenze

Dopo il suo primo anno di viaggi e discorsi pubblici, mentre era a Londra, decide di iscriversi al Bedford College for Women. Si pensa sia stata la prima studentessa nera del College. All’epoca era ospite della stessa fondatrice del College, Elizabeth Jesser Reid, con la quale condivideva l’impego nell’attivismo antischiavista. Nel corso dei suoi studi, Sarah si impegna per continuare le sue conferenze, non senza ripercussioni: più volte, infatti, rischia l’esaurimento nervoso. Questo, tuttavia, non la ferma dal dare voce alla sua causa e continua a divulgare il suo messaggio nei periodi di intervallo dagli studi.

Sempre a Londra, stringe rapporti con Clementia Taylor, attivista e sostenitrice dei diritti delle donne (tra cui il diritto di proprietà delle donne sposate). Taylor introduce Remond nella sua cerchia di conoscenze che comprendevano la scrittrice George Eliot, l’abolizionista e teorica sociale Harriet Martineau, e il rivoluzionario italiano Giuseppe Mazzini. Con quest’ultimo stringe rapporti di amicizia, e si avvicina alla sua causa politica. È con l’aiuto e la spinta di Mazzini, che le scrive delle lettere di presentazione, che Remond si trasferisce in Italia nel 1866. A Firenze, all’età di 42 anni, si iscrive a una delle più prestigiose università di medicina d’Europa: la Scuola Ospedaliera di Santa Maria Nuova. Nel 1873 Remond riceve la visita di un’importante attivista dell’epoca, Elizabeth Buffum Chace, che rimane colpita dalla sua figura forte e ambiziosa.

«Sarah Remond è una donna notevole, e con indomabile energia e perseveranza sta conquistando una bella posizione a Firenze come medico e anche socialmente».

Una vita contro ogni confine

Della sua vita in Italia, in realtà, si conosce ben poco. Sembra che si diplomò a Firenze in ostetricia e che nel 1880 si trasferì stabilmente a Roma dove praticava l’attività di medico. Prima di questo titolo di studi, sembra che Sarah Parker Remond si sia laureata in infermieristica al London University College. Durante il suo periodo londinese, inoltre, aiuta nella fondazione della Ladies’ London Emancipation Society. Sarah muore a Roma nel 1894. Si ritiene che il suo corpo sia sepolto nel Cimitero Acattolico della città dove è possibile trovare anche una targa in sua memoria.

Targa nel Cimitero Acattolico di Roma

Nonostante le notizie sulla sua vita siano poche e frammentarie, la figura di Sarah Parker Remond merita di essere ricordata per il suo impegno nell’attivismo. Si tratta di una paladina dei diritti umani, che ha sfidato pregiudizi razziali e confini geografici per dare voce alle sue idee di uguaglianza e lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale.

«Faccio appello a nome di quattro milioni di uomini, donne e bambini che sono merce di scambio negli Stati del Sud dell’America (…) non perché sono identici alla mia razza e colore, anche se sono orgogliosa di questa identità, ma perché sono uomini e donne».

[Immagine in evidenza: Sarah Parker Remond, © Peabody Essex Museum, da University of London]

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