Anime Day 2021, le nostre proposte tra resistenza, ecologia, coscienza

In occasione dell'Anime Day 2021, ecco i nostri consigli di visione per avvicinarsi al mondo dell'animazione giapponese!

Oggi 15 aprile è il National Anime Day, la giornata ufficiale dedicata alla celebrazione dell’animazione giapponese. Pensate che una delle prime Convention dedicate agli anime si tenne nel 1975 a Tokyo, a cui parteciparono circa 700 persone. Da allora, l’animazione made in Japan – la cui prima “prova” è datata attorno agli inizi del ‘900! – ha percorso molta strada, sviluppando il suo stile inconfondibile e diventando popolarissima anche da noi.

Come dimenticare infatti i grandi cult con cui moltx di noi sono cresciutx? Lady Oscar, Ken il Guerriero, Capitan Harlock, L’Uomo Tigre… ma anche Sailor Moon, One Piece, DragonBall e molti altri. Opere inoltre trasmesse sulla TV italiana in una versione spesso fortemente censurata (ad esempio sulla queerness di Sailor Moon, leggi qui), perciò un rewatching è altamente consigliato! Insomma, gli anime sono oggi un fenomeno globale, con community di appassionatx ormai allargate e trasversali, complice anche una possibilità di fruizione meno “di nicchia” e l’avvento dei social network.

Nonostante la loro ampia diffusione, esistono ancora alcuni pregiudizi che spesso bloccano a priori l’interesse per l’animazione giapponese: l’idea che siano prodotti per un pubblico adolescenziale, “roba da nerd” (laddove nerd sta ancora per sfigatx, sigh!) o “da strani”, magari perché troppo lontani dai nostri riferimenti culturali. Ma non è proprio questo il bello? Entrare in contatto con un mondo di valori, immagini e linguaggi completamente diverso dal nostro? Basterebbe infatti approfondire un po’ e andare oltre questi stereotipi per capire come la tradizione anime sia invece ricca di esempi di complessità e bellezza, con storie che possono parlare al cuore di tuttx e soprattutto alla nostra contemporaneità.

Per questo, in occasione dell’Anime Day, abbiamo pensato di consigliarvi alcune opere da cui iniziare per avvicinarsi a questo mondo, tra film e serie. Sceglieremo alcuni anime che richiamano soprattutto valori e identità di AWARE: bellezza, resistenza, coesistenza, ecologia, gentilezza, inclusione, consapevolezza, empatia, uguaglianza. Cominciamo!

Hayao Miyazaki - frase sui personaggi femminili
Hayao Miyazaki, grande maestro dell’animazione giapponese e fondatore dello Studio Ghibli

Principessa Mononoke

Impossibile non iniziare citando alcuni dei lavori che vedono la firma del grande Hayao Miyazaki e del celebre Studio Ghibli, da lui fondato. Una piccola introduzione, prima. Perché lo amiamo? Innanzitutto, i film del maestro giapponese sono ricchi di personaggi femminili con una propria individualità ben definita, indipendenti e liberi da stereotipi di genere, e questo mentre da noi, diciamolo, venivano ancora sfornate principessine e crocerossine, ma questo è un altro discorso. Poi, le sue storie presentano sempre un grado di complessità altissimo: fuori da ogni dualismo, male/bene non sono mai definiti una volta per tutte e così i personaggi, ciascuno portatore di un punto di vista valido e di un proprio modo di essere al mondo con cui entrare in comunicazione. Nei film di Miyazaki fatichiamo ad individuare “il nemico” e i conflitti spesso non si risolvono tramite la violenza e lo scontro diretto, ma attraverso intrecci di bisogni e desideri, incontri, comprensione, mutualità.

Mononoke-hime, lett. La principessa spettro (1997), ne è uno splendido esempio. Ambientato nel periodo Muromachi del Giappone, racconta la storia del giovane Ashitaka, costretto a lasciare il suo villaggio in cerca di una cura dopo essere stato infettato dal rancore di un enorme Dio-Cinghiale, tramutatosi in demone a causa della violenza degli esseri umani. Il suo viaggio lo porterà a incontrare San, “Mononoke”, una ragazza cresciuta dalla Lupa Moro, protettrice della foresta. San odia gli esseri umani e vuole vendicarsi di tutto il dolore che stanno infliggendo alla montagna, alla natura e a tutte le creature che la abitano. L’odio è una piaga che cresce velenosa non solo sul corpo di Ashitaka, che rischia di morirne, ma sembra estendersi ovunque: umani, divinità, spiriti e boschi sembrano grondare rancore, ciechi e sordi l’uno davanti all’altro. La riconciliazione e la comprensione reciproca sembra impossibile, eppure è la strada che Ashitaka vuole intraprendere. Come? Imparando a «saper vedere con occhi non offuscati dall’odio».

Anime Day - Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki
San insieme alla Lupa Moro. Principessa Mononoke (1997), di Hayao Miyazaki

Nausicaa della Valle del Vento

Uscito nel 1984, Nausicaa della Valle del Vento è sempre diretto e co-scritto da Hayao Miyazaki, ma antecedente alla creazione dello Studio Ghibli. Considerato tra i film d’animazione migliori di tutti i tempi, si ambienta in un futuro post-apocalittico in cui l’intero ecosistema è stato sconvolto da una guerra termo-nucleare. Alcune comunità di umani sono sopravvissute, ma la gran parte della terra è ricoperta dalla Giungla tossica (Mar Marcio) in cui vivono insetti giganti mutanti e strane piante che rilasciano spore velenose. Gli umani sono convinti che l’unico modo di poter sopravvivere su questo “pianeta infetto” sia distruggere la foresta, per liberarsi dai suoi miasmi e dalle sue creature mostruose.

Non la pensa così Nausicaa, figlia del sovrano della Valle del Vento: la giovane è mossa da una volontà di conoscere ogni organismo vivente e dall’amore per ogni creatura, con cui desidera entrare in contatto. Capisce infatti che quella foresta velenosa non è “cattiva”, ma semplicemente il risultato della stolta azione umana. Davanti a questa verità, la scelta più facile sarebbe la tabula rasa: tentare di eliminare tutto per ripartire da zero. Invece, alla cieca distruzione Nausicaa sceglie la possibilità di conciliazione e coesistenza, impegnandosi nella ricerca e costruzione di innesti, pratiche sostenibili e relazioni simpoietiche e di cura col mondo. Stiamo qui usando il vocabolario di Donna Haraway, la filosofa femminista il cui pensiero è impossibile non tenere a mente guardando quest’opera. Esercitando respons-abilità, Nausicaa ha il coraggio di restare nella complessità e “sporcarsi” con essa: alla ricerca di refugia tra le rovine, osa “mondeggiare”, immaginare ciò che ancora non esiste e intrecciare nuove parentele tra le creature del compost, per un futuro di collaborazione e solidarietà interspecie ancora inesplorato. Per un approfondire il significato di questi termini harawayani, leggi qui.

Anime Day - Nausicaa della Valle del Vento di Hayao Miyazaki
Nausicaa della Valle del Vento (1984), di Hayao Miyazaki

La Forma della Voce

Quelli di cui abbiamo parlato fino ad ora sono grandi capolavori dell’animazione giapponese. Passiamo ora a qualcosa di più contemporaneo: La forma della voce (Koe no katachi) è un film del 2016, un vero e proprio successo di critica e botteghino, che si è aggiudicato, tra gli altri, il premio Best Animation of the Year al 26esimo Japan Movie Critics Awards. Un team creativo di donne firma questa perla di delicata bellezza e poesia: sono Naoko Yamada (regia), Yoshitoki Oima (soggetto), Reiko Yoshida (sceneggiatura). I temi affrontati da questo anime sono tutt’altro che leggeri: bullismo a scuola, depressione, suicidio tra i giovani, disabilità. Ma anche perdono di sé stessi, guarigione emotiva, riconciliazione, accettazione di sé e degli altri.

A Silent Voice, questo il titolo internazionale, è interessante perché ci racconta la storia dal punto di vista dell’ex bullo Shoya Ishida, ormai cresciuto, che vive la sua vita divorato dai sensi di colpa e dall’odio di sé per ciò che ha fatto a Shoko Nishimiya, una bambina sorda che frequentava con lui la scuola elementare. Imparare il linguaggio dei segni sarà il primo passo per tentare di ricucire quell’antica ferita e ricostruire un contatto autentico con la ragazza, imparando davvero a comunicare non solo con lei, ma anche con il mondo circostante e con se stesso. Un’opera struggente, profonda e priva di edulcorazioni, sentimentalismo e “perbenismo”, che trova nella fotografia, nel montaggio e nella bellezza delle sequenze d’immagini un modo per esprimere sensazioni ed emozioni articolate, difficili da descrivere.

La forma della voce - Shoya Ishida
Shoia Ishida. La forma della voce (2016), di Naoko Yamada, Yoshitoki Oima, Reiko Yoshida

Your Name

Siete sul treno, o in metro, un po’ intorpiditi dalla noia del viaggio. I vostri occhi si guardano pigri attorno. D’improvviso, il vostro sguardo si poggia sul viso di una persona, magari qualche posto più in là. Un dettaglio – un fiocco, un bottone, un libro stretto in mano – oppure un profumo, una smorfia, una ciocca di capelli dietro all’orecchio – e siete catturati dalla sensazione di averla già incontrata da qualche parte. Vi sembra così familiare e vi chiedete perché, cullandovi in una sensazione di nostalgia dolce-amara, una malinconia per tutte le vite possibili contenute in quell’impressione, che mai si realizzeranno, se non forse in sogno… prima di perdere quella persona alla fermata successiva o in mezzo alla folla. Questa è la sensazione di fondo su cui gioca Your Name, (Kimi no na wa), film del 2016 firmato da Makoto Shinkai e tra i più visti in assoluto della storia del Giappone.

Protagonisti sono Mitsuha Miyamizu, una liceale del piccolo paesino di Itomori, e Taki Tachibana, studente di Tokyo. I due ragazzi fanno strani sogni in cui hanno l’impressione di essere un’altra persona: dopo un po’ capiscono che, per qualche ragione misteriosa, quando sognano si scambiano corpi e vite, che quindi iniziano ad intrecciarsi in un gioco di piani temporali, memorie e ricordi confusi. A legarli il filo rosso del destino, una leggenda, e l’arrivo di una cometa. E proprio sull’immagine dell’intreccio di fili si costruisce tutta la storia e la sua filosofia, ispirata al termine “Musubi”, dalla religione shintoista. Come spiega la nonna di Mitshua in una scena: «Legare i fili è Musubi, la connessione tra le persone è Musubi. Il flusso del tempo è Musubi. Tutti questi sono i poteri del dio quindi le corde intrecciate che noi creiamo sono le arti del dio e rappresentano il flusso del tempo stesso. Convergono e prendono forma, si torciono, si aggrovigliano. Talvolta si sbrogliano, talvolta si rompono per poi riconnettersi. Musubi, annodamento: questo è il tempo».

Your Name è una storia adatta a tuttx, che sarà apprezzata soprattutto dagli animi più romantici e idealisti, che vivono anche loro sospesi tra più mondi alla luce soffusa del Kataware doki, il crepuscolo: quel momento di estrema poesia in cui tutto sembra precipitare nel sogno. Da sottolineare la bellezza e il pregio del disegno, dettagliato e realistico. La colonna sonora è firmata dai Radwimps, rockband giapponese, di cui nella nostra playlist Spotify EARTH trovate un brano tratto proprio dall’OST di Your Name.

Your Name - Makoto Shinkai
Your Name (2016), di Makoto Shinkai

Neon Genesis Evangelion

Chiudiamo le nostre proposte con un grande cult: Neon Genesis Evangelion, serie anime di 26 episodi uscita nel 1995, sceneggiata e diretta da Hieaki Anno e prodotta dallo studio Gainax. NGE è considerato tra gli anime migliori e più influenti di tutti i tempi e presenta una profondità di tematiche e bellezza visiva che, unite ad una scrittura introspettiva improntata sullo scavo psicologico e sul monologo e ad una colonna sonora più che epica, ne fanno un vero e proprio capolavoro. Lo diciamo subito: non fatevi ingannare dalle apparenze. NGE si presenta come una classica storia distopica in cui, in un mondo post-apocalittico, alcunx ragazzx sono addestratx ad essere piloti degli EVA, giganteschi “robot” (o sono altro?!) col compito di sconfiggere misteriose creature, dette Angeli, che via via arrivano per minacciare l’umanità sopravvissuta. “Robot” giganti che lottano tra di loro, che c’è di meglio?

Ma Evangelion è molto di più: è un vero e proprio trattato di psicanalisi, un libro aperto sull’essere umano e sul senso stesso dell’esistenza e delle relazioni. Guardare NGE è come fare una lunghissima e dolorosa, ma anche catartica, seduta di psicoterapia. Perciò lo consigliamo a chi ha i nervi per intraprendere questo viaggio dentro di sé, ripercorrendo infanzia, traumi, illusioni, paure e colpe che durante la vita adulta seppelliamo così in profondità da non riconoscerne più i contorni. L’anime presenta inoltre continui riferimenti e simbolismi tratti dal mondo religioso ebraico e biblico, a partire dal titolo, per una storia che affronta anche i temi dell’identità e della coscienza umana.

Ah, dimenticavo. NGE non si esaurisce con la serie del ’95, la storia prosegue con alcuni film. Qui trovate una spiegazione dettagliata su come e dove vederli!

Queste sono le nostre proposte e le trovate tutte su Netflix, dove è presente anche gran parte del catalogo dello Studio Ghibli, di cui vi consigliamo ogni singolo titolo, e una sezione specifica dedicata all’animazione giapponese tutta da esplorare. Fateci sapere che ne pensate e quali sono i vostri anime del cuore! E non dimenticate di seguirci anche su Facebook e Instagram per restare sempre aggiornati sulle nostre attività e articoli:)

Immagine in evidenza: illustrazione tributo ad Hayao Miyazaki e alle sue creazioni. Autore sconosciuto.

Non perderti nemmeno una briciola di bellezza resistente.